#POPOLOdiEROI,diSANTI,diPOETI
Da più di dieci anni, il Governo e la Pubblica Amministrazione gestiscono la metà del PIL dell’Italia: si tratta di una cifra enorme, pari a più di 750 Miliardi € per il solo 2013. Proprio quel settore Pubblico (Politica e P.A.) il cui livello di CORRUZIONE (approfondisci) percepito (CPI), da parecchi anni viene giudicato altissimo ed in costante peggioramento. Infatti TRANSPARENCY INTERNATIONAL gli assegna un sonoro ed insufficiente 4+ (Danimarca 9+), piazzandolo al 69mo posto su 177 Nazioni. E’ giusto che metà del flusso di ricchezza, costruita ogni anno con tanti sacrifici dagli Italiani, finisca nel buco nero della GESTIONE STATALE ?
La parola CORRUZIONE (approfondisci), nella sua accezione legale, indica la condotta del Pubblico Ufficiale che riceve denaro, spesso detto tangente, o altri vantaggi personali che non gli sono dovuti, per derogare ai propri doveri d’ufficio, spesso creando un danno economico oltre che morale. TRANSPARENCY INTERNATIONAL , organizzazione no profit (approfondisci), lotta per un mondo in cui i Governi, la Politica, il Business, la Società Civile e la vita di ogni persona siano libere dalla corruzione ed ogni anno pubblica una classifica mondiale (approfondisci) del grado di corruzione percepita(CPI) per Nazione, basata su metodologie consolidate (approfondisci). Non sarebbe bello ed incoraggiante per il nostro futuro sapere che un appalto pubblico viene assegnato sulla base di criteri equi e che l’azienda prescelta è quella più competitiva e che può fornire il miglior servizio alla Collettività ?? Purtroppo non è così e la conferma viene anche dal rapporto GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione) sull’Italia (approfondisci) e dalla relazione anticorruzione dell’EU (approfondisci) e questo vale per sanità, gestione del territorio,istruzione, servizi sociali ed ecologici e manutentivi, previdenza, trasporti, partecipazioni …etc.
Gli esperti sono d’accordo nello stimare in 60 Miliardi €/anno il costo della corruzione (approfondisci), come confermato dal Presidente della Corte dei Conti. Ma c’è di più: il tasso di crescita dell’economia è rallentato dalla corruzione e potrebbe essere da 2 a 3 volte superiore se le imprese non fossero costrette ad affrontare una P.A. corrotta e non dovessero privilegiare la spesa in bustarelle rispetto all’investimento in tecnologie, mettendosi per questo, a loro volta, fuori mercato nel medio/lungo periodo. Come ultimo effetto economico occorre considerare che la corruzione scoraggia gli investimenti esteri in Italia in misura del 20% circa. La somma di questi tre contributi genera uno svantaggio largamente superiore a 100 Miliardi €/ anno; una SUPER MANOVRA da 7 punti di pil, tralasciando le ovvie considerazioni di natura etico/morale. Inoltre le Nazioni che hanno un CPI alto (poca corruzione) sono anche quelle che posseggono il più elevato pil per capita e viceversa (approfondisci) e se l’ITALIA vuole ripartire deve cominciare a scrollarsi di dosso la corruzione. Due sono le cose da fare:
1) moralizzare il Settore Pubblico (raddoppiare il CPI da 4+ a 8+);
2) ridurre della metà (375 Miliardi€) la porzione di pil gestita dallo Stato, privatizzando;
La nostra Nazione, partendo nel lontano 2011 dalle considerazioni del GRECO: “l’Italia non ha un programma anti corruzione coordinato e nessuna metodologia è in vigore per stimare l’efficienza delle misure anti corruzione specificatamente indirizzate alla P.A.” ha istituito una COMMISSIONE che ha elaborato uno dei rapporti più validi dell’ultimo periodo sulle cause del fenomeno e sui rimedi da adottare (vedi rapporto in locandina). Conseguentemente la legge n. 190 del 6 novembre 2012 ha ridato vigore all’ Autorità Nazionale Anticorruzione (approfondisci) anche con la nomina di Raffaele Cantoni a suo Presidente. I principali rimedi individuati sono: valorizzazione dei codici di condotta, incompatibilità, incandidabilità, ineleggibilità, conflitti d’interesse, trasparenza dei processi amministrativi, delle decisioni, delle lobbies,metodologie di risk management, chiarezza delle normative, rafforzamento delle responsabilità disciplinari, tutele di chi denuncia, cultura della legalità e dell’etica pubblica/amministrativa, rotazione del personale, controllo/auditing …etc.
Tutte cose che sappiamo da sempre ma che non siamo mai stati capaci di realizzare. Questa volta ce la faremo ? L’alternativa è l’irreversibile decadenza economica, finanziaria, ma soprattutto morale del nostro Paese.
Luca Bertazzini lbertazz@libero.it
La classe politica è la massima responsabile del degrado morale e della corruzione che si è instaurata nel nostro paese. Il loro compito primario sarebbe quello di vigilare e di controllare che questo non avvenga ed invece sembrano esserne gli indiscussi protagonisti ed i fomentatori. Occorre in qualche modo uscire dal meccanismo dei partiti e raccogliere il consenso trasversale che si genera su questi temi di base ed importantissimi che una volta acquisiti, permettono di costruire tutto il resto. Però bisogna stare attenti a non cadere nel disinteressamento e nell’astensionismo dalla politica. Di fatto questo è l’atteggiamento che sta conquistando circa la metà della popolazione. E’ un fatto gravissimo che si risolve solamente riportando l’etica e le persone etiche al centro dell’agenda.
Pienamente d’accordo su quanto da Bertazzini esposto sull’articolo relativo alla corruzione, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli enti statali e parastatali o comunque controllati dallo Stato: basterebbe dare una occhiata alla pagina 8 del Sole 24 Ore del 27/6/2014 e alla relazione del procuratore Generale della Corte dei Conti da cui risulta che questo “mondo oscuro costa 26 miliardi”.
Buona parte della causa della corruzione va ascritta anche alle troppe e complesse norme legislative. Basterebbe a questo punto rileggere quattro righe di Luigi Einaudi, che in materia non era proprio l’ultimo degli sprovveduti: sempleficare il groviglio delle imposte sul reddito è la condizione essenziale affinchè gli accertamenti cessino di essere un inganno, anzi una farsa. Affinchè i contribuenti siano onesti fa d’uopo innanzitutto sia onesto lo Stato … Oggi la frode è provocata dalla legge.”
Conclude poi Bertazzini chiedendosi se “questa volta ce la faremo”.
Per farcela, oltre al monito di Einaudi sulla eccessiva legislazione burocratica, ecc., dovremmo anche pensare seriamente alla “ristrutturazione” della nostra burocrazia. Il varare leggi e provvedimenti come quelli indicati nello scritto di Bertazzini e cioè: valorizzazione dei codici di condotta, rafforzamento delle responsbilità disciplinare, metodologia di risk management, sono tutte cose bellissime e se potessero essere attuate saremmo più avanti di metà dell’opera, ma a questo punto, considerato quello che da anni succede nel nostro Paese, mi vien fatto di ricordare un episodio significativo: quando tanti anni fa la Esso carburanti lanciò lo spot pubblicitario: “metti un tigre nel motore”, un Primo Ministro inglese rispondendo a qualche onorevole un “po’ così” ebbe a dire: “a cosa serve mettere un tigre nel motore se poi al volante siede un asino”. Ecco io non vorrei essere eccessivamente pessimistama noi siamo a questo punto.
Mi aggiungo anch’io a te sellaio ed agli amici intervenuti in precedenza per ribadire che la chiarezza delle norme di legge è il presupposto perché “la frode non sia provocata dalla legge” come ha detto Luigi Einaudi (non lo sapevo e sono fiera e contenta che lo abbia detto). La non comprensione della materia, oltre a leggi antiquate e casinare come si diceva, a mio parere è anche favorita dal fatto che la nostra scuola pre-universitaria non impartisce in modo diffuso la benché minima nozione di economia e di finanza, tranne che per gli specialisti. Mi pare che anche qui occupiamo gli ultimi posti delle graduatorie. D’accordo che, così facendo, non abbiamo limiti al miglioramento ma esiste qualche ambito in cui siamo titolari e titolati di best practices esemplari per l’ Europa e per il resto del Mondo ?
Sinceramente non immaginavo ci fosse un rapporto annuale a livello mondiale sulla corruzione. Certo noi non siamo ben messi anzi, scorrendo la graduatoria ed i motivi per cui ci prendiamo quel punteggio, siamo veramente agli ultimi posti, almeno in Europa. Dietro di noi c’è solo la Grecia. Dobbiamo continuare a parlarne e farne una battaglia ed un motivo importante di impegno. Anch’io sono d’accordo con gli amici già intervenuti che dicono che la corruzione fa da tappo all’economia ed alla crescita. Gli altri, pur non essendo dei perfetti agnellini, hanno un problema minore. Per questo crescono tutti più di noi. E’ il problema più grave che dobbiamo affrontare e risolvere
Definire agghiaccianti i dati contenuti in questo post, è inevitabile. Impressionante lo stato pietoso nel quale il nostro Paese si trova, ammirazione completa invece per il Nord d’Europa che si colloca compatto al vertice del Corruption perceptions index. Molto interessante anche il sondaggio qui a lato, che ci chiede di scegliere però al massimo tre misure anticorruzione. Le ho lette attentamente e mi rifiuto di scegliere: ci vorrebbero tutte, una magnifica sinergia di operazioni simultanee per sanare la voragine della corruzione in Italia. Un segno anche questo della gravità del fenomeno. Condivido in parte il suggerimento di Argonauta di puntare sulle donne, sicuramente meno inquinate da decenni di potere, con il sangue più pulito insomma, ma puntiamo sempre e solo sulla competenza e professionalità che anche a loro va richiesta a tutto tondo. Chi ha i requisiti (anche morali) occupi i posti di responsabilità, uomo o donna conta poco.
È giustissimo sottolineare come le bustarelle non siano semplicemente un diffuso malcostume, una scappatella che tutto sommato non cambia lo status quo. La corruzione diffusa strozza la crescita, rallenta la ripresa e toglie agli italiani onesti risorse che potrebbero essere investite per migliorare la qualitá dell vita!
Su questo blog trovo sempre articoli interessanti, completi ed esaustivi… insomma che invitano a pensare e che ci spronano a cercare risposte e soluzioni. Ma, soprattutto in questo caso, soluzioni non ne vedo. La parola etica? Misconosciuta. E purtroppo dove non c’è etica la corruzione dilaga.
E’ scoraggiante constatare il divario che siamo riusciti ad accumulare rispetto alle altre Nazioni,sia dal punto di vista economico che etico.Non sara’ che due aspetti,pur cosi’ diversi,alla fine rappresentino la stessa cosa?Le Nazioni che hanno un alto standard etico ed un basso livello di corruzione posseggono economie in crescita ed uno sviluppo sostenuto e sostenibile.Le cose da fare sono moltissime e chiarissime;personalmente credo che nessuna Nazione al mondo abbia i margini di miglioramento che possiede l’Italia.E’ vero che ,se mi guardo in giro,vedo solo macerie ma e’ proprio da li’ che dobbiamo ripartire,riorganizzandoci ed agendo con determinazione,coerenza ed integrita’;questo blog,come hanno sottolineato anche altri amici,potrebbe aiutare nell’intento.
I politici , i militari di grado più elevato ed i dirigenti pubblici dovrebbero essere esempio di integrità e di correttezza morale per tutta la Nazione. Dovrebbero essere il modello da additare ai nostri figli ed a tutti i giovani ed il motore dello sviluppo e della moralità. Invece da noi la cosa funziona al contrario e cioè riusciamo ad andare avanti non ostante i politici ed i funzionari statali. Non è più tollerabile, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale in cui tutto il settore pubblico agisce più da zavorra che da stimolo.
Ho scorso velocemente un paio di rapporti indicati dal post e la relazione del governo sulla corruzione in Italia e sono rimasto impressionato dalla quantità e qualità delle informazioni note e dalla conoscenza praticamente molto avanzata del fenomeno. Però le contromisure non vengono adottate e questo ci lascia al palo. Soprattutto efficace sarebbe l’implementazione delle tecniche di risk management ai vari processi della P.A. così da capire dove ci sono falle e quindi dove è necessario intervenire, sempre che si desideri farlo e non, come mi pare avvenga oggi, adottare il metodo del laissez-faire. Come è già stato detto, anch’io penso che cominciarne a discutere sul nostro blog sia un contributo alla causa e non necessariamente piccolo.
Se non si dà una sborbiciata alla burocrazia non ci sarà alcuna possibilità di diminuire il fenomeno della corruzione. Le leggi e le regole non devono essere fatte per essere capite (e purtroppo spesso interpetrate) dalla sola intellighenzia della popolazione, ma devono essere alla portata di tutti. Perchè non è un fenomeno di “corruzione legalizzata” quella per cui il singolo cittadino appena si muove nei meandri della burocrazia e delle leggi DEVE essere assistito, da un avvocato, da un commercialista, da un consulente ? Ma dove siamo finiti: invece di facilitarci la vita, ce la complichiamo sempre di più !
La semplificazione è il primo antidoto alla corruzione, per la verità è un antidoto anche per tantissimi altri mali. A questo proposito i nostri Parlamentari non hanno fatto un buon lavoro negli anni passati, consegnandoci un groviglio di leggi spesso in contraddizione fra di loro ed è da qui che i corrotti traggono vantaggio : dalla complicatezza e dalla non certezza del diritto. In effetti in Italia è molto più protetto chi delinque rispetto a chi si comporta correttamente perché entrambi hanno la stessa probabilità di essere condannati solamente che chi delinque ha il 50% di probabilità di farla franca pur avendo commesso l’illegalità mentre chi si è comportato correttamente ha il 50% di probabilità di lasciarci le penne pur non avendo fatto niente. Credo che solo l’ Africa stia peggio di noi e forse, non a torto, si arrabbiano se sentono che noi Italiani diciamo di essere meglio di loro in fatto di legalità e giustizia.
D’accordissimo Passator cortese, la burocrazia deve uscire dalla logica del “marito che tornando a casa la sera, picchia la moglie senza sapere il perché tanto lo sa lei” Sparare sui contribuenti tanto qualche cosa che non va alla fine si trova sempre e pur di toglierci di torno qualche cosa mollano, non è un ragionamento civile e democratico. Lo strapotere della burocrazia che se vuole ti fa male, non fosse altro per l’impegno e lo sforzo anche economico necessari per dimostrare la propria correttezza, non deve e non può essere l’arma per sanare il debito pubblico, anzi, abusato in questo modo, diventa un mezzo vile per incentivare quell’evasione che a parole si dice di voler combattere
Quando il “fine del bene comune” viene meno, automaticamente si è esposti a tutti quei comportamenti che privilegiano le posizioni di potere, piccole o grandi che siano. Se questo tra privati si può (o meglio si potrebbe) combattere con la concorrenza, quando di mezzo invece ci sono dei soggetti pubblici l’unica possibilità è tagliare le gambe a chi si rende complice della illegalità corruttiva. Non c’è altro da fare e siccome siamo ancora in uno stato di diritto (almeno questo si spera, anche se non ne sono proprio sicuro!!) devono essere la politica e la magistratura, fatta da persone nuove, sobrie, preparate che devono intervenire. A noi cosa resta da fare? Beh, insomma, questa iniziativa del blog va verso la direzione di avere gente quanto meno informata, civile, animate da spirito costruttivo. Quando si dice che la politica altro non è che l’immagine del popolo italiano, beh secondo me non è vero. E’ vero che sono comunque troppi i maneggioni, uomini senza anima ne parte che si suddividono quantità enormi di denaro e promozioni senza averne il minimo merito.
Sono d’accordo ! Se metà del pil transita nelle mani della burocrazia ed i politici ed i funzionari pubblici sono corrotti, come sappiamo e come risulta inequivocabilmente dal confronto con le altre Nazioni e dal punteggio che la survey ci assegna, bisogna ridurre queste quantità di denaro che tu giustamente qualifichi come enormi e farle transitare invece nelle industrie e fra i privati cittadini. E’ la grande riforma che dobbiamo fare altrimenti il pil calerà continuamente senza soluzione di continuità. In parallelo però, siccome lo Stato DEVE comunque giocare un ruolo forte occorre raggiungere almeno un livello di moralità pubblica dignitosa come prima tappa verso l’eccellenza. Questo BLOG potrebbe essere un primo passo.
Ricordiamoci che siamo il Paese della mafia, della camorra, della ndrangheta, della sacra corona riunita e forse dimentico alcune sigle. L’Italia Repubblicana non ha saputo debellare queste organizzazioni che si sono impadronite dello Stato soprattutto al sud. La cosa pubblica, proprio perché pubblica, è sempre stata di nessuno e col tempo si è impossessata della metà del flusso di ricchezza prodotta ogni anno ed ora sta diventando, anche per via della crisi, un freno tirato che impedisce lo sviluppo. Dove c’è corruzione c’è calo di tutto e quello che rimane va ad esclusivo vantaggio dei corrotti e dei corruttori che tendono ad imporre una specie di monopolio a cui accedono solo gli adepti. E’ la fine di ogni sistema economico e la fine dello sviluppo. Occorre reagire con ordine e determinazione, valorizzando i sani principi del liberismo, facendo funzionare la macchina della giustizia, combattendo contro le organizzazioni del malaffare ed alla fine fare una grande pulizia.
Non pensavo che fossimo così indietro, almeno in Europa, invece stimolata dal post, ho scoperto che dopo di noi c’è solo la Grecia. Che vergogna !! E’ chiaro che per poter ricominciare a crescere occorre togliere di mezzo collusioni ed interessi di parte per seguire finalmente il mercato in tutti i settori, dall’energia ai trasporti, dalla sanità alla scuola. E’ un percorso lungo che bisogna in qualche modo iniziare. Inoltre le Nazioni meno corrotte sono anche quelle che economicamente vanno meglio perché sono quelle più libere e fra crescita economica e libertà c’è un legame strettissimo.
La corruzione sembra essere così radicata nel sistema da diventare non debellabile eppure ci deve essere un modo. Le Nazione del nord sembra siano più immuni. Forse una classe politica femminile potrebbe farci fare un salto quantico.
Non credo sia un problema di “genere”, ma di “geni”, quelli del nostro DNA per l’appunto. Scusa, a sensazione, il popolo che in Europa ha subito il maggior numero di invasioni/occupazioni per anni e anni è l’Italia. E ad ogni invasione: barbari, Normanni, austriaci, Napoleone, americani, inglesi, spagnoli, etc etc … e ultimamente anche gli arabi, hanno lasciato in ciascuno di noi un pot-pourri di caratteristiche che ci rendono veramente unici e diversi uno dall’altro. E’ una giustificazione questa? No, semplicemente volevo commentare il tuo post!!