#BUROCRAZIA
La crescita dell’ITALIA, oggi più che mai, dipende dalle politiche fiscali del Governo e dalle politiche monetarie della BCE ma non può contare sull’aumento della spesa pubblica la cui espansione, visto l’enorme debito contratto, sarebbe assurda (occorre però ammettere che l’austerità, da SOLA, non può essere la strategia vincente) e perciò può realizzarsi solamente tramite la crescita del settore privato, per noi rappresentato soprattutto da piccole e medie aziende, attraverso l’aumento di efficienza, produttività e competitività. E’ fondamentale però che la Burocrazia non vanifichi e/o distrugga questo sforzo. Le domande sono : quanto è facile(difficile) fare impresa in Italia ? Quali sono le regolamentazioni e le procedure burocratiche che favoriscono(limitano) l’attività d’impresa ? Come ci confrontiamo con le altre Nazioni(economies) per imparare ? Cosa possiamo riformare per poter tornare a crescere ?
Ben consapevole del ruolo fondamentale delle imprese per lo sviluppo delle Nazioni, il World Bank Group (WBG), la più grande e prestigiosa banca di sviluppo mondiale (approfondisci) che ha come missione quella di elargire prestiti a tassi vantaggiosi alle Nazioni povere, ha emesso il suo 12mo rapporto “ Doing Business 2015” (vedi locandina) che misura, tramite 39 indicatori quantitativi, le regolamentazioni che condizionano la vita di un’azienda in 10 aree cruciali della sua attività, mettendo a confronto 189 Nazioni. Da questi dati si estrapolano 2 indicatori principali : il primo “facilità di fare impresa” che permette di stabilire una graduatoria internazionale che purtroppo vede l’ITALIA 56esima su 189 dietro a Turchia, Ungheria, Bahrain, Panama, Slovenia…. Romania etc. e 29esima su 31 fra le Nazioni OECD high income (approfondisci); il secondo “distanza dalla frontiera”(DTF), che rappresenta il livello percentuale dell’indicatore rispetto al migliore in assoluto, posto uguale a cento. L’ITALIA è al 68,48%, quindi circa un terzo più burocratizzata. Dal rapporto completo DB Italia 2015, ho estratto la sintesi per l’ITALIA (approfondisci) ed il dettaglio delle singole aree:
- non male nella burocrazia di “avvio impresa” : 46 su 189 e 91,22% DTF
- scandalosi nella burocrazia per “ottenimento dei permessi edilizi” : 116 e 67,35% (approfondisci)
- tremendi per “allacciarsi ad una rete elettrica” : 102 e 72,65% (approfondisci)
- non male per “trasferimento di proprietà immobiliare”: 41 e 79,44%
- senza speranza per “accesso al credito” : 89 e 45% (meno della metà del più bravo) (approfondisci)
- bene per “protezione degli investitori di minoranza”: 21 e 66,67%
- da vergogna per “pagamento delle imposte” : 141 e 62,13% (approfondisci)
- non male per “commercio transfrontaliero”: 37 e 83,44%
- assolutamente inaccettabili per “risoluzione delle dispute commerciali”: 147 e 45.61% (approfondisci)
- non male per “risoluzione dell’insolvenza e procedure concorsuali”: 29 e 71,29%
Il primo classificato è SINGAPORE (confronta). Il peso della Burocrazia grava, come pesantissimo svantaggio competitivo (approfondisci), sulle imprese italiane e praticamente azzera gli investimenti industriali stranieri. Il confronto con gli altri è immediato ed evidente. Non possiamo più sottrarci al dovere di introdurre anche noi, tramite le riforme (approfondisci), le best practices, ossia le procedure migliori (approfondisci) che questo rapporto ci indica con assoluta chiarezza(approfondisci), come del resto è stato fatto di recente con la riforma della legge fallimentare e della normativa di avvio di impresa. Se saremo capaci di fare riforme allora ritorneremo a crescere e la Burocrazia ritornerà ad essere quello per cui è stata costituita nell’Ottocento (approfondisci), al tempo dei primi Stati Nazionali e cioè lo stumento per dare certezza (pensate un po’) a tutti i Cittadini relativamente a norme e procedure da seguire per non essere alla mercè degli umori e dell’arbitrio del Barone e/o del Conte locale.
Luca Bertazzini lbertazz@libero.it
Qualche spunto di riflessione suggerito da qualche frase di personaggi importanti:
L’unica cosa che ci salva dalla burocrazia è l’inefficienza. Una burocrazia efficiente è la più grande minaccia alla libertà.
Eugene McCarthy, su Time magazine, 1979
Più burocratica è un’organizzazione, più grande è la misura in cui il lavoro inutile tende a rimpiazzare il lavoro utile.
Milton e Rose Friedman, Liberi di scegliere, 1980
Se hai un problema che deve essere risolto da una burocrazia, ti conviene cambiare problema.
Arthur Bloch, Legge di Good, La legge di Murphy II, 1980
Se qualcosa può andar male, lo farà in triplice copia.
Arthur Bloch, Legge di Murphy sulle burocrazie, Il terzo libro di Murphy, 1982
Burocrazia. Un gigantesco meccanismo azionato da pigmei.
Honoré de Balzac (Fonte sconosciuta)
In ogni burocrazia, le scartoffie aumentano man mano che si passa sempre più tempo a fare relazioni sul sempre meno lavoro svolto. La stabilità è raggiunta quando si passa tutto il tempo a fare relazioni sul nessun lavoro svolto.
Arthur Bloch, Legge di Cohn, La legge di Murphy II, 1980
La carriera burocratica è la più sicura strada d’incretinire.
Carlo Dossi, Note azzurre, 1870/1907 (postumo 1912/64)
I burocrati temono la responsabilità personale e cercano riparo dietro le loro regole; la loro sicurezza e il loro orgoglio risiedono nella lealtà verso le regole, non già nella lealtà verso le leggi del cuore umano.
Erich Fromm, Avere o essere?, 1976
Più che al servizio dello Stato, la nostra burocrazia è al servizio delle sue magagne.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983
Il panorama dell’italica burocrazia è talmente desolante che chiunque vi getti lo sguardo ne rimane disgustato di primo acchito, demoralizzato poi, rassegnato alla fine. E’ proprio la rassegnazione del cittadino onesto e volonteroso il tratto distintivo di uno strapotere della burocrazia ormai debordante. La lotta è impari, il risultato ormai scontato: vince sempre l’assurdità e la cecità burocratica. Non si tratta qui di semplice pessimismo ma del realismo derivante dall’esperienza consolidata. Come uscirne ? Come invertire la marcia ? Chi può lascia semplicemente questo paese non più competitivo e apparentemente irriformabile per altri paesi più ospitali, dove impegnarsi seriamente ha ancora senso. Il problema di fondo è che non è più possibile sprecare le proprie energie in un contesto, quello italiano, semplicemente schizofrenico… è un controsenso, una cosa irragionevole !
Più burocrazia uguale più corruzione. Più la burocrazia è complicata ed intricata più favorisce la corruzione. La corruzione è la nostra emergenza nazionale : la burocrazia italiana è uno dei sostegni maggiori alla corruzione. E’ un territorio prioritario su cui occorre concentrare le intelligenze migliori e le persone più pulite se vogliamo riprenderci moralmente ed economicamente.
Però i criminali, faccendieri, maneggioni riescono ad ottenere quanto da loro chiesto senza particolari impedimenti burocratici. Come mai, per le persone oneste e desiderose di fare le cose per bene, tutto diventa difficile, snervante,.?. ha ragione Renzi quando dice che un imprenditore in Italia è un eroe!! Ha ragione.
Burocrazia uguale a corruzione, concussione,..c’è una classe politica e un apparato che dovrebbe essere letteralmente piallato!!! .. e qua non si parla di usi e costumi sessuali, ma di mafia e milioni nostri che vanno a finire in mano ai delinquenti. E poi ci aumentano le tasse!!! Vergogna.
Il rapporto ha certamente il merito di generare un dibattito interessante, detto ciò ci sono alcuni dati che francamente mi paiono ridicoli e mi fanno dubitare delle modalità di realizzazione dello studio.
Stando a quanto si dice nella classica Messico e Ruanda sarebbero ampiamente avanti a noi come facilità di fare impresa (il che mi pare semplicemente ridicolo visto che il secondo è di fatto ancora in una situazione di guerra civile ed il primo vede un dominio incontrastato dei cartelli della droga).
In secondo luogo, sempre secondo il rapporto, in Italia sarebbe più facile fare impresa a Catanzaro, Palermo, Potenza e Bari piuttosto che a Milano. Non ho guardato dove questi signori prendano i loro dati, ma mis embrano grossolanamente sbagliati.
Io non mi stupisco affatto. Il rapporto esamina la burocrazia coinvolta nel fare impresa e non il successo del fare impresa. A me pare che nei risultati del fare impresa siamo ancora (non so per quanto tempo) meglio di Messico e Ruanda ma come burocrazia e procedure siamo messi peggio e ci bagnano il naso. La stessa cosa probabilmente per nord e sud Italia. Il netto è che ci stjiamo facendo male da soli.
1300 giorni per risolvere una disputa commerciale contro 150 per Singapore la dicono chiara sulla nostra BUROCRAZIA che è il risultato della complessità della nostra legislazione e del nostro voler rendere tutto complicato per rendere il sistema penetrabile a pochi privilegiati e che conoscono le persone più che le cose da fare (leggi corruzione). Così facendo però non facciamo che marginalizzarci sempre di più a livello di Nazione, a livello economico e, quello che conta di più, a livello etico.
e la difficoltà anche solo per pagare le imposte ? A prescindere dall’ammontare extragalattico ! 65% sui profitti è un bel record. Comunque complimenti per l’articolo. Una quantizzazione così professionale e credibile per la burocrazia del fare impresa non l’avevo mai vista ed il rapporto mi sembra molto chiaro oltre che interessantissimo. Mi stupisco che venga pubblicato da più di 12 anni e non sia un best seller citato da tutti. Dovremmo forse smettere di inventarci localmente cosa va bene e cosa va male e considerare molto di più quello che pensano di noi fuori dall’Italia invece che dismettere quei giudizi, per altro molto articolati e supportati da dati, come artificiosi e pretestuosi.