#CARI_POLITICI_SIETE_TROPPI
I politici eletti in Italia sono troppi e costano moltissimo. Sono talmente numerosi da non riuscire a coordinarsi tra di loro con un minimo di efficienza, perfino all’interno dello stesso schieramento e come conseguenza generano tanta confusione. Responsabilità politiche dei singoli eletti praticamente non esistono se non in capo ai pochi super Leaders , i soli visibili sui media. E allora perché eleggerne così tanti ? La gente comune sempre più si chiede: ma cosa fanno quelle centinaia di parlamentari tutto il giorno?? Sono utili all’Italia?? Sono essenziali per lo sviluppo del lavoro, del P.I.L. (prodotto interno lordo) , della cultura oppure il loro numero è una variabile non correlata ?? (approfondisci). Se ci confrontiamo con gli Stati Uniti scopriamo che oltre oceano, con una popolazione superiore a 300 Milioni di individui, vengono eletti 535 Parlamentari (Senato + Camera). Facendo la proporzione matematica l’Italia, con 60 Milioni di abitanti dovrebbe eleggere meno di 110 (CENTODIECI) Parlamentari ( Senato + Camera). Negli ultimi decenni abbiamo sempre avuto 945 Parlamentari + i Senatori a vita (8 volte di più). Non ricordo anni in cui la crescita dell’Italia sia stata 8 volte superiore agli US, il nostro tasso d’occupazione 8 volte più elevato, le nostre spese 8 volte inferiori e così via anzi……(approfondisci).. Poi ci sono gli eletti regionali, provinciali ….etc
inestrema sintesi: sono troppi, troppo scarsi e troppo retribuiti !
Apprezzo l’iniziativa perché penso che ogni opportunità di confronto arricchisca ognuno di noi e soprattutto può diventare fonte di crescita del nostro convivere.
Nel tema specifico non vorrei essere in contro corrente ma il tema non può essere affrontato con superficialità e soprattutto con il “mal di pancia” dilagante dell’opinione pubblica.
E’ vero che qualsiasi cosa si propone riguardante la politica, se si tratta di tagliare, non può che accogliere consensi perché certamente la politica, in generale, non ha certo dato il meglio di se stessa negli ultimi anni. Ma non possiamo ridurre il problema al taglio dei parlamentari, se sono troppi o meno, e paragonare il nostro sistema a quello americano e non voglio qui soffermarmi sulle sostanziali differenze dei due sistemi. Forse sono troppi. Ma il problema vero è cosa fanno e come lo fanno.
In sintesi non è solo un problema di quantità ma di qualità-
Oltre che il sistema istituzionale importante è il metodo di selezione della classe dirigente dei partiti e la scelta dei parlamentari.
Se si taglia solo il numero ma si lascia alle segreterie di partito la scelta delle persone si avrà comunque un parlamento di nominati che obbediranno in maniera incondizionata, se vogliono mantenere il posto, al leader di turno.
Allora bisogna innanzi tutto ripartire dai partiti, dando un riconoscimento giuridico agli stessi, in modo che ci siano regole chiare sulla scelta interna della classe dirigente e rendere ai cittadini la possibilità di scelta tramite le preferenze (sicuramente anche questo non è un sistema perfetto ma può rendere una certa voce agli elettori)).
Tutto questo non sarà sufficiente, ma sicuramente potrà essere un valido contributo per il miglioramento della classe politica nazionale.
Vorrei ricordare che nella legislatura 2001-2006 fu approvata una riforma del sistema istituzionale che prevedeva la riduzione del numero di parlamentari, l’abolizione del bicameralismo perfetto e l’istituzione del senato delle regioni. Tale riforma fu poi abrogata da un referendum popolare. A distanza di quasi 10 anni siamo di nuovo a riproporre quello che già era stato fatto forse in maniera imperfetta, ma comunque era stato fatto e oggi siamo di nuovo da capo.
Spero di non essere stato noioso e mi scuso ma quando si parla di argomenti così importanti non è facile essere sintetici. A presto
Patrizio La Pietra
Personalmente non trovo sbagliato compensare lautamente un parlamentare, specialmente se prende il suo lavoro seriamente: come in azienda il compenso viene commisurato alla responsabilità, e legiferare per un’intera nazione è decisamente una grossa responsabilità.
Il vitalizio, invece, merita un discorso a parte, è, secondo me, ingiusto nei confronti del resto dei cittadini e disincentivante per il parlamentare e per i partiti politici.
Lasciando però perdere il numero dei parlamentari e il relativo compenso, tematiche imporanti che meritano accurati ragionamenti, trovo che l’attenzione vada piuttosto spostata sul tema dello stallo legislativo originato, tra le altre cose, dal bicameralismo perfetto. I nostri politici possono rappresentare uno spreco, ma i costi a loro attribuibili non sono l’origine della situazione drammatica in cui ci troviamo. La burocrazia, lo stallo legislativo, l’impossibilità di promulgare leggi in tempi utili e in maniera efficace pesano in maniera ben più grave e sistematica sulle teste (e tasche) del cittadino. Un sistema che prevede l’esistenza di due camere con compiti estramente simili, di una serie di passaggi incrociati tra le due camere e che al suo interno può far convivere maggioranze di fede politica divergente rende il processo legislativo di per se complesso in qualcosa di quasi impossibile.
A peggiorare ulteriormente una situazione già difficile ci pensa il frazionamento dell’elettorato che combinato al precedentemente citato bicameralismo perfetto ci lascia in una situazione di ingovernabilità quasi assoluta.
Concludo dicendo che forse è importante capire che gli sprechi della politica non sono solo gli sprechi dei politici, anzi, questi ultimi (più fastidiosi sul piano personale, ma meno incisivi sul piano generale) rischiano di distrarci dal riconoscere gli sprechi veri e propri, quelli che ci impediscono di andare avanti.
Mi trovo pienamente d’accordo. Un numero spropositato di politici non può che creare confusione, aggiungendoci il fatto che la maggior parte di essi sono incapaci e sicuramente non qualificati per questo tipo di mestiere, il risultato non può che essere l’instabilità del paese.
Per quanto riguarda la spesa della politica sappiamo bene che questa ha un’incidenza minima sul bilancio dello Stato ma iniziare a risparmiare, proprio in relazione alla crisi, partendo dalla classe più privilegiata potrebbe essere un messaggio di fiducia per la popolazione italiana.
Sono d’accordo che il numero dei Parlamentari oggi come oggi, sia per il loro specifico lavoro sia per l’aiuto che sta dando la tecnologia, vada opportunemente diminuito unitamente soprattutto ai compensi e ai privilegi che ne conseguono. Ma il problema drammatico è che i nostri rappresentanti sono purtroppo molto scarsi (e mi fermo qui!): incapaci di affrontare anche i più piccoli problemi, privi di idee innovative, privi di capacità di sintesi e di un atteggiamento problem solving e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo così non si può andare da nessuna parte anche perchè la loro è una difesa ad oltranza dei loro privilegi e hanno fatto, stanno facendo e faranno di tutti di non modificare nulla a loro discapito.
Intanto complimenti per l’iniziativa, in anni così difficili, è importante ampliare gli spazi di discussione e di intervento. Condivido in pieno lo sviluppo del tema del primo post: i parlamentari sono troppi, spesso incompetenti e soprattutto catalizzatori di privilegi quasi anacronistici. Ci vuole un taglio netto del numero e dei compensi.
il numero e i costi dei parlamentari sono certo la parte più visibile della questione. Il punto centrale però rimane quello della scarsa competenza del politico medio che, unita all’inefficienza cronica della burocrazia, crea un evidente problema di gestione della cosa pubblica.
Non si può che essere d’accordo!!!! Non solo sono tanti e costano troppo, ma quello che peggio è che hanno mandato in rovina l’Italia e gli Italiani…!!!!
Bell’iniziativa! Complimenti!
Riguardo all’articolo però mi sento di dover sollevare delle perplessità:
è ormai da parecchio tempo diventato di moda additare il numero di parlamentari e politicanti in genere come la causa dei nostri mali, ma è effettivamente così? Il paragone con gli stati uniti fatica a stare in piedi a causa della sostanziale differenze istituzionale che separa Italia ed USA (repubblica federale presidenziale una, repubblica parlamentare bicamerale l’altra). in Italia i parlamentari devono FARE le leggi ed il loro numero sarebbe anche giustificato dalle varie commissioni a cui devono partecipare. Temo fortemente che per ripartire si debba guardare a ben altri problemi e non soffiare populisticamente sul sempre vivo fuoco del numero di parlamentari.
T.
Oggi, per una certa parte politica, con la storia della “democrazia diretta” un sacco di persone senza alcuna preparazione o magari in condizioni di bisogno, vede nel proporsi a candidato politico un opportunità di risolvere i propri problemi e portarsi a casa una ricca prebenda per tutta la vita
Benvenuto Blog!! Grazie di dare la possibilità di esprimerci e confrontarci.
L’argomento del numero dei parlamentari è una vecchia questione. Dopo la caduta del fascismo aveva un senso una così vasta rappresentanza, viste anche le divisioni territoriali e culturali dell’Italia Unita. Oggi non è più attuale la moltitudine di politici che ci debbono rappresentare. Quindi è giocoforza ridurli perchè è cambiata l’Italia e sono cambiate le condizioni. Sarebbe addirittura un dovere del Parlamento. Ma si sa, rinunciare a certi privilegi è difficile, anche a quelli della pensione, rimborsi, riverenze varie ecc…
E allora ben vengano questi strumenti come il Blog per poter dire la nostra e farci sentire, in modo democratico e rispettoso. Noi siamo il Popolo in nome del quale i parlamentari ci rappresentano, quindi noi dobbiamo essere ascoltati. E’ un nostro dovere farci sentire, anche se dobbiamo stare attenti a non distruggere le istituzioni che garantiscono la democrazia, come il Parlamento. Quindi, riduciamo il numero dei nostri rappresentanti ma manteniamo i pilastri della democrazia e della libertà. Aggiungerei che sarebbe ora di mettere anche dei requisiti non più solo di età per poter essere eletti. Chi ci vuole rappresentare dovrebbe almeno conoscere le istituzioni dello Stato e i principi generali che regolano la Repubblica e la democrazia, primo fra tutti il rispetto assoluto dei diritti degli altri e della libertà di pensiero. Non sempre, anzi, quasi mai, i nostri parlamentari hanno presente questi essenziali principi.
Grazie.
Bruno Santamaria
per quanto riguarda l’ultima parte mi trovo assolutamente d’accordo, quello del politico in Italia viene è un mestiere a tutti gli effetti, e come tutti i mestieri dovrebbe prevedere una formazione, riconosciuta da un qualche tipo di certificato, un patentino politico di sorta, che attesti l’attitudine morale, ma soprattutto intellettuale della persona che si accinge a partecipare, da protagonista, alla vita politica