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DEBITO 2

Il debito pubblico dell’Italia è come un cavallo imbizzarrito che corre a testa bassa verso un burrone. Si tratta di un MOSTRO di 2.200 Miliardi di Euro, sempre in crescita. Chiarissimo è il modo con cui si è formato : cumulando, dal 1970 al 2015, un disavanzo di bilancio pari, in media, a 45Miliardi€/anno. In pratica, quasi tutti i governi, a partire dal 1970 appunto, hanno effettuato spese superiori alle entrate di ben 45Miliardi€/anno in media. Il disavanzo così cumulato, pari oggi al 132% del Prodotto Interno Lordo (PIL), che ci colloca fra i primi debitori nel Mondo e primissimi in Europa, è stato finanziato sostanzialmente tramite emissione di titoli di Stato (BOT, CCT, CTZ…etc) oggi posseduti, per il 40% da Istituzioni, Banche e Cittadini non italiani. Ad oggi nulla è cambiato! Infatti Il disavanzo del 2014 è stato di 49 B€ (il tanto contestato limite europeo al 3% del pil) mentre nel 2015 si prevede che sia di 43 B€ ( 2.6% del pil). Tutti sono consapevoli della pericolosità della nostra situazione, oltremodo precaria, anche se nessuno ne parla. Infatti il debito incide sulle spese annuali per circa il 10% in interessi passivi, i quali potrebbero lievitare anche significativamente in presenza di turbolenze, come è avvenuto nel terribile 2011 (a causa di instabilità economica, speculazione etc) spingendoci verso un serio rischio di bancarotta; inoltre questa situazione debitoria ai massimi livelli non consente all’Italia di intervenire con provvedimenti significativi di sostegno all’economia, così come non è potuta intervenire nel periodo della massima crisi 2008-2012(al contrario di tutti gli altri Stati che invece hanno operato interventi massicci, senza mai superare il 100% del rapporto debito/pil, proprio in virtù del basso livello di debito iniziale) . Questa impotenza è costata all’Italia la perdita di 15-20 punti di pil rispetto alle Nazioni con cui ci confrontiamo e se l’Italia non si scrolla di dosso il fardello del debito non potrà fare mai NIENTE per stimolare veramente l’economia.

Come se ne esce ? Il Governo attuale intende azzerare gradualmente il disavanzo annuale raggiungendo l’equilibrio spese – entrate nel 2019 e, come sintetizzato nel DEF (Documento di Economia e Finanza) di Aprile e nell’aggiornamento di Settembre che trovate in locandina, ritiene di raggiungere l’obiettivo aumentando le spese “solo” di 40B€ nel quinquennio e le entrate “solo” di 107B€ rispettivamente e non riducendo per NULLA i 2.200 Miliardi di Euro dello stock del debito. Diciamolo subito: è un piano di maquillage basato su “riduzioni” di spesa solo in rapporto alla crescita del pil (in realtà le spese aumentano in assoluto), come del resto sono sempre aumentate quelle dei governi precedenti, e su aumenti di entrate (ancora più tasse). E’ pur vero che, se utilizzassimo i parametri adottati dai governi precedenti, le spese nei prossimi cinque anni sarebbero dovute aumentare di 200B€ invece che di 40B€,portandoci così a bancarotta sicura, ma a me sembra che finalmente occorra ABBANDONARE gli artifici contabili e la pianificazione elettorale (molto difficile lo ammetto) per andare alla sostanza del problema facendo esattamente l’opposto: ossia invertire i segni algebrici della ricetta, cioè le spese DEVONO CALARE in termini assoluti, dalla montagna di 831B€ del 2014 (più del 50% del pil),  così come le entrate(che sono poi ancora tasse) ed occorre puntare su una crescita più sostenuta del pil pari al 3-4% (altri riusciranno a farlo, perché noi no??) a beneficio del calo dello stock del debito e degli interessi passivi . Certo la Pubblica Amministrazione deve fare un salto di qualità e di produttività, fornendo un servizio (molto) migliore con (molto) meno risorse, assodato che ormai non ne basta più uno a parità di risorse. Non possiamo fare altrimenti e non è assolutamente un’impresa impossibile.

Siamo stati i “migliori” del Mondo ad accumulare debito, addirittura ben prima che la crisi del 2008 lo giustificasse. Così facendo ci siamo autocondannati a smettere di spendere ed a guadagnare molto adesso per ripagare e compensare i vantaggi ottenuti ed i sacrifici non fatti nei 45 anni passati. Adesso siamo condannati a recuperare efficienza ed a fare riforme vere ed efficaci per permettere al pil di esplodere verso l’alto e riportare così l’indebitamento a livelli sostenibili. Il momento è favorevole ($, barile e ciclo economico).  Adesso o mai più dobbiamo innescare quel circolo virtuoso che permetterà all’Italia di essere più equa con i suoi giovani e finalmente libera nel consesso delle Nazioni.

                                              Luca Bertazzini  lbertazz@libero.it 

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