#GENERAZIONE BRUCIATA
L’analisi degli ultimi trent’anni , quasi una generazione, dell’andamento del prodotto interno lordo (pil) dell’Italia, del pil per abitante (GNP per capita) e della produttività (pil per ora lavorata),indicatori che, grosso modo, rappresentano la misura della produzione annuale di ricchezza degli Italiani e della sua distribuzione sui singoli individui, dimostra, in maniera impietosa, che i nostri trentennali sacrifici sono stati molto meno efficaci di quelli fatti dagli abitanti delle prime 17 Nazioni (ad alto grado di sviluppo) delle 34 che fanno parte dell’OCSE. Infatti, in ogni singolo anno, l’ Italia è cresciuta, in pil/capita, di un punto in meno rispetto alla media dei 17 e, quando la media calava, l’Italia calava di un punto in più. Conseguentemente, nell’arco di 30 anni, il pil/capita annuale dell’Italia e cioè la ricchezza di ciascuno di noi è diminuita costantemente e progressivamente di circa un terzo rispetto alla media di quella dei 17 (approfondisci). Un gap ormai incolmabile!!
Questo è quanto ci dimostra il rapporto annuale della prestigiosa “Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico” (OCSE), dal significativo titolo:”Going for growth 2015”. Inoltre l’OCSE ha appena pubblicato:”Studi Economici OCSE Italia”, eccezionalmente in lingua italiana, forse perché ci considera seriamente ammalati e vuole che lo capiamo bene, studi che potete trovare riportati integralmente in locandina. Sembra che dopo il boom irripetibile degli anni sessanta e settanta, non riusciamo più a tenere il passo dei nostri (un tempo) Pari. E questo indipendentemente dal colore politico dei Governi che si sono succeduti : un sistematico e strutturale (questo si!) 30-50% di crescita in meno e/o di calo in più ogni anno (approfondisci).
La raccomandazione OCSE è quella di implementare le riforme strutturali con determinazione, per una robusta e duratura crescita del pil, come dimostra la forchetta del grafico (approfondisci), quelle riforme che non abbiamo mai fatto prima : LAVORO, FISCO, GIUSTIZIA, CORRUZIONE, SISTEMA POLITICO. Allora, ma solo allora, potremo ricominciare a crescere in modo importante e continuo, tentando di recuperare il divario che si è creato con i Paesi ad alto grado di sviluppo (approfondisci e clicca su GDP per visualizzare gli andamenti storici relativi delle varie Nazioni).
Per ora però siamo solo all’inizio ed i pronostici per il 2015 e 2016 sono di continuare a crescere molto meno addirittura rispetto alla media dei 34 Paesi OCSE (approfondisci); in particolare : 8 volte meno rispetto al Canada, 3 volte meno rispetto alla media dei 34 Paesi OECD, 4 volte meno rispetto agli Stati Uniti, 3 volte meno rispetto a Inghilterra e Germania, la metà rispetto al Giappone…e così via (guarda i grafici e verifica gli andamenti puntuali di ciascun Paese e dell’ ITALIA rispetto a tutti gli altri). Stiamo consegnando ai nostri figli una Nazione dalle possibilità largamente inferiori rispetto a quella che i nostri Padri hanno consegnato a noi. Sblocchiamoci ! Facciamo riforme ! Approfittiamo delle condizioni macro economiche favorevoli del prossimo periodo. Non mettiamo i nostri figli in condizione di doversi bruciare, di doversi ridurre, come abbiamo fatto noi, a delle pere cotte.
Luca Bertazzini lbertazz@libero.it
Dobbiamo evitare di avere un gap endemico negativo rispetto agli altri. Ora pare che che la ripresa ricominci. E’ adesso che l’Italia deve mettersi in condizioni di approfittarne al massimo e di fare meglio degli altri OCSE. Un vero risveglio di primavera che potrebbe permetterci di risolvere parecchie difficoltà, perchè quando si cresce è più facile ottemperare agli impegni, fare investimenti e ridurre i debiti.
Sicuramente individuare nel 1985 un anno di svolta per i destini economici dell’Italia è profondamente corretto. Non è necessario però dare tutta la colpa della progressiva perdita in termini di GDP per capita dell’Italia rispetto agli altri OCSE ai professionisti ed alla classe dirigente del paese: l’incredibile crescita che l’Italia ha vissuto negli anni 70, malgrado le sfavorevoli condizioni internazionali, e che ci ha portato al famoso ‘aggancio dell’Inghilterra’ nei primi anni 80, era infatti largamente dovuta alla generosa spesa pubblica governativa. Il ritorno ad una spesa più sostenibile ci ha poi portato alla fine degli anni 80 e negli anni 90 ad un ritmo di crescita più in linea con le vere potenzialità ed i problemi strutturali del paese che, non dimentichiamolo, erano egualmente presenti anche prima del 1985. Ciò detto, qualche riforma ben congegnata ci avrebbe sicuramente permesso di aver qualche punto di GDP per capita in più…
Se approfittiamo della ripresa in misura minore rispetto agli altri vuole dire che siamo organizzati meno bene oppure che buttiamo risorse preziose in cose che non servono o per lo meno che non servono allo sviluppo. Penso alla corruzione, penso a quegli apparati di stato o para-stato che nel caso migliore non servono a niente ma spesso addirittura ostacolano lo sviluppo, penso ai vitalizi sproporzionati solo per essere stati qualche mese in carica in qualche istituzione politica, penso agli stipendi sproporzionati dei dirigenti pubblici……Forse gli altri hanno uno Stato più al servizio dei cittadini che dei cittadini al servizio dello Stato.
Al di là del fatto che questi 30 anni ci hanno reso più”poveri” degli altri paesi in termini strettamente economici penso che durante questo periodo noi abbiamo lasciato indietro cose molto più importanti come la cultura,l’etica, il senso dello Stato,una visione veramente democratica… e tutto ciò consegna ai nostri figli una società ed un paese svuotati e poveri sia concretamente che ideologicamente.
Penso però che qualcosa si stia muovendo e che molti comincino a prendere coscienza che il cambiamento è, ormai ,un imperativo assoluto.Nessuno può pensare di sottrarsi e, d’altra parte ,ciascuno nel suo ambito, può contribuire a questa rinascita .Lo dobbiamo a noi ed ai nostri ragazzi!!
Beh, diciamo che non siamo ancora delle “pere cotte”, ma che stiamo da troppo tempo “in forno” e prima o poi …
Dovremo quindi ritrovare il giusto spirito imprenditoriale in ciascuno di noi e tornare a tradurre le nostre “idee” che sono per storia anche “belle” (in ciò, e parlando di media della popolazione, siamo i numeri uno al mondo) in “manufatti” da cui il “made in Italy” imperante nel Mond! Siamo o non siamo un paese manifatturiero, secondo in Europa solo dopo la Germania? Ma provate a pensare cosa saremmo se queste doti fossero inserite in un contesto nazionale quale quello tedesco dove la burocrazia è al minimo indispensabile, dove le infrastrutture sono al servizio di tutti, dove lo Stato fa di tutto per agevolare le imprese: direi che ci sarebbe proprio partita!!! Con tanti saluti alla signora Anghela Merkel !
Caro passator cortese, sono d’accordo in tutto. Magari avessimo o meglio avessimo avuto noi una signora Anghela Merkel !!!!!