#nEUROdeliri
Ci sono tre cose da evitare massimamente: la guerra, la fame (l’impoverimento) e l’inflazione mentre è assolutamente da perseguire il loro opposto, ossia la pace, lo sviluppo, la stabilità. E’ proprio per instaurare un’era di pace che i Padri Fondatori, dopo l’esperienza devastante delle due guerre mondiali della prima metà del secolo scorso, hanno intrapreso il lungo, tortuoso ma affascinante ed indispensabile percorso che ha portato alla costituzione dell’Unione Europea. Mai più lotte fratricide di eserciti potenti, (approfondisci) mai più milioni di morti ma amicizia, appartenenza, forza, solidarietà e libertà …. per sempre. E sviluppo !!. Sì sviluppo perché se si resta poveri, come eravamo, è molto più difficile essere forti e liberi: libero commercio, libera espansione industriale, libera fornitura di servizi, libera circolazione di capitali nell’Area dell’Unione sono i presupposti fondamentali per la crescita del prodotto interno lordo (pil) , dell’occupazione e per mantenere la competitività dell’Area. La stabilità è la base su cui tutto ciò si costruisce e stabilità significa inflazione sotto controllo (approfondisci): solo l’Unione lo può fare e l’ha fatto, le singole Nazioni no. L’alta inflazione infatti è la nemica numero uno dei risparmi, delle pensioni e degli investimenti che non tollerano l’incertezza e l’instabilità.La moneta unica, l’EURO, è diventato il simbolo dell’ Unione (approfondisci). In realtà è solo un mezzo, anche se importante, per ottenere quei tre scopi. I Padri Fondatori sono partiti, per così dire, dalla coda, infatti avrebbero dovuto iniziare dalla costituzione di un’Unione POLITICA e solo successivamente dare corso alla moneta unica; invece , il 7 Febbraio 1992, con il trattato di MAASTRICH (approfondisci) cominciarono stabilendo regole e parametri economici e costituendo l’unione monetaria, elementi sicuramente essenziali che però, senza l’integrazione politica, faticano ad auto sostenersi. Fu un errore ? Fu realismo ed approccio pragmatico. Tocca a noi figli raccogliere il loro sogno e con lo stesso entusiasmo completare la costruzione con il tassello della politica per un Governo vero dell’Europa dei Popoli. Chi pensa che l’EURO (approfondisci) sia la causa dei nostri mali e volesse ritornare alla cara, affettivamente parlando, e tanto debole liretta Nazionale (così la si svaluta a piacimento per recuperare il debito pubblico a spese dei risparmiatori, dei pensionati e del potere d’acquisto dei redditi disponibili) è un po’ come quel Sindaco che con un’ordinanza imponesse di dar corso, nella propria Città, alla moneta locale ( per esempio il modoetino per noi di Monza). Lo facevano e con buoni risultati centinaia di anni fa i Signorotti locali ed aveva senso, allora. Era l’epoca che noi oggi chiamiamo FEUDALESIMO (approfondisci). Forse sarò un ingenuo ma mi aspettavo di sentir dibattere temi di questo tipo nella campagna elettorale per le Europee. Invece ho sentito slogan deliranti contro tutto e tutti ma poco o nulla che assomigliasse ad una strategia italiana per l’EUROPA.
Non trasformiamo il sogno bellissimo ereditato dai Nostri Padri in un delirio.
Luca Bertazzini lbertazz@libero.it
Benessere e libertà dei cittadini europei all’interno. Competitività e strategie globali verso l’esterno. Ecco le priorità europee. Un ”europa forte, coesa e determinata nel difendere i propri interessi è indispensabile nello scenario globale, la sua moneta forte ed unica uno dei requisiti strategici. Però i cittadini devono credere nell’Europa dei popoli e vogliono vivere nell’Europa delle mille città, storiche dimore della libertà. Troppi attacchi alla libertà sono stati portati da un’europa sempre più burocratica, sempre più insensibile e che, nei fatti, ha anche rinunciato alla forte affermazione delle proprie radici cristiane.
Usciamo dalla polemica LIRA / EURO per volare più alto, ma esigiamo profondo rispetto delle nostre prerogative di cittadini liberi. Non siano più concesse decisioni sulle nostre teste senza essere realmente coinvolti e consultati.
Mi piacerebbe ricevere delle risposte a queste due domande:
1. come è possibile avere un’unica moneta per delle economie talmente lontane e diverse come p.e. Germania e Portogallo ?
2. come è possibile che l’Euro si sia rivalutato in soli dieci anni di circa il 40% sul Dollaro, una moneta ben più consolidata nella economia mondiale ?
Non è che per caso aveva ragione la Thatcher quando, in tempi non sospetti, affermava: “L’Euro è un pericolo per la democrazia, sarà fatale per i Paesi poveri. Devasterà le loro economie”. E infatti l’Inghilterra non ha voluto l’Euro perchè è una moneta non governata democraticamente ossia dal popolo, ma bensi dai cosiddetti poteri forti internazionali.
Caro Passatore provo io a rispondere.
1) E’ sufficiente che il Portogallo si comporti come si sarebbe comportato se avesse continuato ad avere l’escudo e cioè da povero, controllando e limitando rigorosamente il debito pubblico e puntando sulle sue risorse peculiari e sul lavoro. Al tempo stesso sfruttando la bassa inflazione ed i bassi tassi del costo dell’euro. Vice versa ha sperperato (non investito e fatto fruttare), come del resto l’Italia ed ancor più la Grecia, tutto il danaro che era riuscito a raccogliere, aumentando artificialmente ed in breve tempo il tenore di vita. Ha funzionato finchè si sono accorti della cosa che noi tutti, soprattutto in Brianza, sappiamo bene: i prestiti vanno restituiti. Ecco dove è cascato l’asino. Certo si possono fare due Europe: una oculata e l’altra che vive al di sopra delle sue possibilità e svaluta la sua moneta per rimediare ai propri guai. Io voglio essere parte della prima.
2) E’ possibilissimo perché il potenziale dell’Europa è enorme sia economico che finanziario che culturale e non siamo che ai primi passi. Il mercato opera sulle aspettative e questo è il risultato. Il mondo sta scommettendo sulla buona riuscita della costruzione europea. Infine
non voglio sminuire la grandissima Thatcher ma credo che i Governi siano gli (ir)responsabili devastatori delle economie, spalleggiati in questo dal sistema sindacale e, sempre più spesso, purtroppo dalle organizzazioni datoriali.
Ci sono tre cose che si sono avverate massimamente: la guerra l’ abbiamo evitata, l’ inflazione si è trasformata in deflazione e l’ impoverimento l’ abbiamo ottenuto. Bell’ Europa dei politici e dei banchieri
Caro Luca,
trovo saggio ciò che dici.
Tutti ci siamo fatti un pò trascinare nel vortice della criminalizzazione dell’Euro come causa di tutti i nostri mail.
L’Europa unita fu un grande sogno e non va trascurato, anzi dobbiamo lavorare perchè si arrivi fino in fondo.
Dopo il voto di domenica credo che l’Italia potrà andare a chiedere un maggior peso nelle scelte dei vincoli che partono principalmente dalla Germania e sicuramente dobbiamo avere maggior spazio di manovra sul tetto del 3%.
Ora credo che ci siano le condizioni per alzare la voce e spero che Renzi, supportato anche dai consigli di Draghi, sappia trovare il momento e il modo per aprire questo tavolo di confronto.
Una cosa però dobbiamo fare noi e vorrei proporlo ad Agorà.
Perché non ricerchiamo tutte quelle possibilità offerte dall’Europa di accedere a finanziamenti, agevolazioni economiche, sopratutto per i giovani. Questo sarebbe un aiuto immediato e una dimostrazione che l’Europa non chiede solo ma da anche. Purtroppo ci sono periodi in cui il 70% dei fondi messi a nostra disposizione non vengono usati. A volte uno pensa che tanto è inutile mandare domande perchè chissà quanti la presentano e quindi non ci sarà disponibilità per la mia richiesta. E invece il più delle volte ci sono meno domande di soldi disponibili. E qualcuno ci fa il business perchè aiuta a capire come si può accedere e si fa dare una congrua percentuale.
Ebbene, vogliamo provare con Agorà a lavorare su questo tema? Potremmo dare un servizio alla collettività nel perfetto stile e fine del Centro Studi Agorà. Se c’è qualche giovane o gruppo disponibile, sarebbe l’ideale. Quegli euro aspettano solo che qualcuno li chieda!!!
Bruno ciao e grazie per il post. Trovo la Tua proposta una bellissima idea che cercheremo di portare avanti, anzi ne discuteremo a fondo durante la prossima riunione nella nuova sede di via Pacinotti, 5
Quando i manuali parlano di europa tendono ad utilizzare l’inquietante espressione ‘integrazione funzionale’: con questo termine ci si riferisce all’esigenza (data dalla necessitá di nazioni sovrane con peculiari storie e distinte volontá politiche) di unire i vari stati tramite un progressivo accorpamento di funzioni commerciali e finanziarie, e non tramite un rinnovato centrismo politico.
Si tentò con la difesa (poi abortito), con il commercio di carbone ed acciaio, con le politiche agricole fino alla moneta unica. Tutto sembrò funzionare ed effettivamente funzionò così bene che nessuno si accorse concretamente che una nuova entitá sovranazionale stava operando.
Con l’euro però il meccanismo si inceppò. Perchè? Perchè si accorpò la funzione di battere moneta seguendo lo stesso iter delle volte precedenti, senza considerare che togliere la possibilitá di perseguire autonome politiche monetarie ai singoli stati andava a toccare aspetti della vita economica non ancora regolabili o regolamentati dalla UE.
La UE toglieva la possibilitá di svalutare, ma nulla poteva fare in materia di emissione di titoli di stato, regolamentazione del debito o politica industriale, tutti aspetti precedentemente fortemente influenzati dall’attivitá delle zecche di stato.
Morale? Stabilitá finanziaria blindata per alcuni (i più forti) e debiti ingestibili per altri (i più deboli).
Cosa fare? Risolvere al più presto questa anomalia dando alla Bce effettive funzioni di banca centrale, con tanto di emissione di titoli di debito!
Diversamente l’integrazione da funzionale diventa disfunzionale….
Dopo queste elezioni qualcosa è cambiato almeno dal punto di vista elettorale. Ma il vero cambiamento ci sarà solo se il nostro governo avrà il coraggio d’andare a Bruxelles a far capire ai “burocrati” europei che alcune regole devono essere modificate per permettere uno sviluppo che possa rimettere in moto i consumi. A proposito dei modoetini … anche …un fiorino per favore!
Concordo che il grande sogno di una Europa unita nasce dai quei padri fondatori che, dopo la tragedia della prima e seconda guerra mondiale, volevano un Europa senza più guerre, senza più morti, senza più macerie.
Ma come afferma anche lei, sognavano un’Europa dei popoli, un’Europa delle nazioni che traeva la sua forza dalle specificità di ogni popolo. Non volevano un’Europa della finanza, delle banche in cui la sovranità nazionale veniva annullata in nome di regole dettate dal mercato. E l’uomo?
L’Italia è uno dei paesi fondatori di questa Europa, e l’ingresso del Parlamento Europeo a Bruxelless è dedicato ad Altiero Spinelli, un italiano. Siamo la nazione che versa nelle casse europee il 18% del bilancio e siamo la nazione che ha contribuito maggiormente al fondo salva stati. Non siamo solo “sole e mandolino” come qualche esponente europeo ci ha definito. Credo che un po’ più di rispetto ci sia dovuto.
Forse sarò un po’ demagogico, ma anch’io credo in un’Europa che sia la nostra casa. Non so cosa farne di un’Europa che ci dice quanto deve essere lungo uno zucchino o rosso un pomodoro. Oppure che ci fa un’infrazione per via delle gabbie delle galline ovaiole o ci impone regole sull’uso dei bidet nei nostri bagni. Non è certo questa l’Europa che sognavano i padri fondatori.
Vorrei un’Europa basata su una costituzione condivisa. Una costituzione basata sulle nostre radici cristiane e dove la famiglia naturale sia il pilastro della società. Come possiamo essere uniti se non abbiamo una costituzione condivisa da tutti? Vorrei un Europa che abbia a cuore la difesa dei nostri prodotti agroalimentari che rappresentano la storia e la tradizione di ogni popolo. Vorrei un’Europa che tuteli le nostre aziende e che abbia al centro delle sua politica di sviluppo il lavoro.
Vorrei un’Europa con una banca che non sia un istituto privato ma una banca nazionale europea, vorrei che il costo del lavoro fosse lo stesso dall’oceano agli Urali e dove le regole fossero per tutti uguali
Forse volere questo significa essere contro l’Europa? No. Significa avere un sogno che possa dare ai nostri figli un futuro migliore, questo non lo si può fare solo guardando lo spread o l’inflazione.
Personalmente vorrei essere considerato un cittadino e non un “consumatore”
Caro Lapietra, tutto molto bello! Non si puó che concordare con Lei: non ho peró capito come Lei si rapporti alla moneta unica…ad esempio, trova sia un vantaggio per la standardizzazione del costo europeo del lavoro?
L’Europa Unita non si discute come istituzione. è un grande traguardo ormai raggiunto e guai a chi lo tocca ma deve funzionare veramente. Non ci sono più scuse altrimenti l’EURO che è l’unica e vera cosa importante realizzata diventa il capro espiatorio di tutti i problemi. Occorre costruire un Unione politicamente forte. Sono molto d’accordo con Argonauta.
Grande soddisfazione dai risultati per le Europee! Che davvero il cambiamento sia iniziato?!..anche se l’idea di avere dei modoetini da spendere sarebbe assai carina!!
Basta con il Feudalesimo, grande epoca ma passata. Adesso bisogna riformare e liberalizzare e cominciare ad impostare le cose in modo che in cinque/ dieci anni possiamo arrivare a regime. Il feudalesimo sindacale soprattutto è da fare evolvere ( e qui l’Europa può insegnarci e perché no imporci come fare) altrimenti la disoccupazione giovanile non diminuirà.
Non ho mai partecipato ad un blog prima d’ora. Credo che l’Europa abbia mantenuto l’inflazione bassa così se servono soldi per ripianare le spese occorre dire chiaramente che vengono prelevati ( come il contributo di solidarietà per le pensioni) qualcuno direbbe anche rubati e lo stesso vale per i prelievi e/o le tasse sui conti correnti o sui patrimoni. Prima dell’Unione, i Governi facevano quello che volevano e poi svalutavano la moneta locale ed il debito pubblico magicamente scompariva. Oggi devi mettere la tassa o fare il prelievo ma tutti capiscono che stai prelevando dalle tasche dei Cittadini. Il sopruso è molto più evidente perché l’inflazione è bassa ed i Governi sono costretti ad abbassare le spese.
Sono contento anch’io che l’EURO non sia stato messo in seria discussione e soprattutto che Grillo non sia aumentato altrimenti i nostri bond sarebbero crollati e la cosa ci sarebbe costata cara. Adesso però bisogna che recuperiamo l’insipienza politica europea degli ultimi 10 anni. Abbiamo bisogno di veri Leaders a Bruxelles, che comandino davvero ed abbiano le vere leve del potere, agendo in modo sovranazionale ed abbiamo bisogno di una BCE più simile alla Federal Reserve americana altrimenti non riusciremo mai a diventare un’ Unione solida ed efficace. Dobbiamo smetterla di mandare a Bruxelles gli scarti della politica nazionale vedi Prodi e Barroso, grandi mediatori fra i Capi di Stato ma incapaci di tracciare una linea su cui fare progredire l’integrazione politica. Solo così si taciterà la tendenza centrifuga dei partiti feudali (quelli che vogliono coniare il modoetino)
I risultati delle elezioni europee, almeno in Italia, dimostrano che le sirene anti euro sono state sconfitte a larga maggioranza. Certo, i problemi in Europa ci sono, ma rinunciare all’euro significherebbe portarceli tutti in casa non avendo la benchè minima preparazione per affrontare i problemi che ne potrebbero sorgere, alimentati da un mercato globale che si scatenerebbe contro di noi.